Il Paese della Scimmietta

Il paese della scimmiotta è il paese tipo. In questo caso è Afragola, ma potrebbe tranquillamente essere Caivano, Acerra o, che so, Brusciano. Conosciuto e famoso per l’ottima gelateria ma non per i progetti occupazionali, gli insediamenti commerciali e le opere pubbliche, anche di enorme rilievo nazionale, come la stazione “Porta”. Queste sembrano iniziative isolate, non facenti parte di una pianificazione che faccia della "organicità" il suo leit-motiv, rimessi esclusivamente alla fortuna della nostra città e più in generale della "cintura metropolitana" a nord di Napoli di avere un territorio vastissimo e strategicamente desiderabile. Nelle pagine seguenti gli interventi delle autorità religiose e politiche delle città dell’area a nord di Napoli.

La prima volta mi é capitato qualche anno fa. Era una mattinata piovosa.
Mi trovavo in una scuola media di Giugliano in Campania ed ero impegnato già da qualche ora a relazionare su alcuni aspetti dell’autonomia scolastica ad un uditorio di un corso di aggiornamento che l’aria ionizzata del temporale faceva diventare sempre più insofferente.
Da “bravo” oratore, allora, smorzai l’incalzante fuoco delle argomentazioni che utilizzavo per dimostrare la possibilità concreta di declinare la mia visione della scuola introducendo una improvvisata “tempesta di cervelli”, per coinvolgere emotivamente i miei ascoltatori.
Improvvisa, da una collega di lettere, una domanda: “Lei dove vive?”
“Ad Afragola” - risposi senza esitazione. “Ah! Il paese della Scimmietta - ribadì la collega. Sono venuto nella sua città qualche giorno fa a mangiare il gelato”.
E non é l’unica volta che mi é capitato. Qualche tempo fa, la stessa scena si é ripetuta a Napoli, poi a Pompei, ad Agerola, patria della buona “provola affumicata”; addirittura a Pescara, dove qualche mese fa, per conto della famiglia di mia sorella, ho tentato senza esito di trovare una casa in affitto a prezzi “umani” per i mesi estivi.
Non mi dà fastidio essere identificato, nella provincia di Napoli, come un cittadino del “paese della Scimmietta”. Ne vado tutto sommato fiero, come sono fiero di essere afragolese. A maggior ragione per il fatto che il mio concittadino Antonio, del quale peraltro sono amico, é riuscito a portare il suo nome in giro per l’Italia e con il suo nome, il nome della sua città.
Eppure c’é qualcosa che non quadra. E’ questa l’unica la cosa di maggior prestigio che la mia città vanta?
Non ricordo più la quantità di parole spese per il mitico “Parco a Tema”, i fiumi di parole straripanti sulla “Stazione Porta” e sullo snodo viario strategico che Afragola rappresenterebbe di conseguenza, le cose dette e gli articoli e i manifesti pubblicati relativamente all’allocazione dell’ospedale nella città di Afragola o il Polo Pediatrico sul territorio acerrano, gli oceani di parole profferite sul recupero urbanistico del centro storico, i miliardi di lire da spendere per il quartiere “Salicelle” ormai abbandonato alla sua sorte, i discorsi sul verde pubblico e sul riassetto delle strade. E sento ancora, qualche volta con rabbia, spesso con rassegnazione, discorsi sui patti territoriali ora “città del fare”, intravedo spesso spettri di progetti occupazionali che ormai sono rimessi esclusivamente alla fortuna della nostra città e più in generale della “cintura metropolitana” a nord di Napoli di avere un territorio tanto vasto e strategicamente desiderabile, da suscitare gli appetiti delle multinazionali, che ci stanno scippando il prezioso territorio con numerosi iper-mega-mercati. Il nostro sviluppo sociale, urbanistico, culturale - e Afragola in questo é il diagramma del paese ‘tipo’ a nord di Napoli - è un treno impazzito che, a mio avviso, cammina destinato al deragliamento.
La mia impressione è che tutto quello che di grosso sta avvenendo nel nostro territorio (polo pediatrico, insediamenti industriali, termovalorizzatore , insediamenti commerciali, Stazione Porta, ospedale, vesuviana, metropolitana e chi più ne ha più ne metta) sia il frutto di un piano di sviluppo fantasma, inesistente, che non legge le peculiari esigenze del nostro territorio, non ascolta le Amministrazioni, non ‘legge’ lo stesso territorio. Uno sviluppo subìto, vissuto da spettatori, non guidato, orientato, partecipato; nel quale ci troviamo a svolgere un ruolo marginale e non da protagonisti. Nel disinteresse - da quanto come giornalista riesco a rilevare - dei nostri amministratori, impegnati in “moresche di Pentecoste” o, magari, totalmente assorbiti “nella distribuzione delle deleghe” (leggi ruoli) all’interno della macchina amministrativa.
Sono sinceramente interessato a capire se questa storia del “io ho avuto solo questo e non mi basta” ha possibilità di avviarsi verso l’epilogo o durerà ancora. Non dico che l’interesse del singolo soggetto politico federato nella coalizione di centrodestra o centrosinistra non debba essere orientato alla pretesa di spazi di governo; dico che questa storia non deve assumere centralità totalizzante, esclusiva. Se no si rischia di ridurre la politica ad un de bello intestino senza fine. E le ‘povere’ amministrazioni comunali, nel bene o nel male, svilite da questo costante e sfibrante “impegno”, che vede impegnate le forze politiche in un costante sforzo di matrice spartizionistica, difficilmente potrebbero svolgere il progetto politico per il quale sono state elette.
Qualche giorno fa ero all’aula magna dell’Università Federico II per un’assise sull’infanzia e l’adolescenza. Mentre ascoltavo le noiosissime relazioni degli ospiti - c’era bisogno di una grossa abilità dialettica per non dir nulla in barba alla delicatezza dell’argomento - un preside di un liceo di Napoli mi riconobbe e si avvicinò a me per chiedermi - sottovoce ovviamente - alcune informazioni. Quando gli dettai il mio numero telefonico, appena arrivai a dettare la sesta cifra “Ah - esclamò - lei abita ad Afragola!”, riconoscendo lo storico prefisso “869”.
“Certo, - incalzai prima che lo facesse lui - nel paese della Scimmietta”.
E lui, subito, per niente colto alla sprovvista: “Buonissimo quel gelato! Arrivederla professò”.


Da 'Asse Mediano' del 11-01-2004


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