Il Sindaco senza volto
Eadem natura, vi rationis, hominem
conciliat homini et ad orationis et ad vitae societatem (CICERONE,
De Officiis I,4)
E' stata una esperienza drammatica.
Ne sono uscito sconvolto.
Parlo della mia visita al
comune di Afragola. All'incontro col sindaco Salzano e con il respoinsabile
dell'Ufficio Stampa Alaia, in seguito agli attacchi dell'opposizione
in merito a presunti clientelismi e spartizioni già avvenute
sui posti di lavoro all'Ikea e agli altri ipermercati che stanno
per sorgere sul suolo Afragolese.
Alaia si schermisce con una
sua presunta incompetenza tecnica sulla questione. "Il
Sindaco non c'è - afferma - magari ti faccio scambiare qualche
chiacchiera con il vice sindaco".
- Vabbè Vincè...
riferisci al Sindaco, quando lo vedi, se lo vedi, che io l'articolo
lo faccio. E' interesse suo eventualmente chiamarmi per rilasciare
dichiarazioni.
Dopo qualche minuto il Sindaco
compare quasi per magia. E' nel suo ufficio. Però è
in riunione. Poi Alaia che mi rincorre dal dott. Annunziata (il
responsabile del personale col quale stavo scambiando qualche battuta);
- Non mi dire: è
finita la riunione?
- Sembra che sia finita.
Il Sindaco ti vuole parlare.
- Sindaco. Che piacere.
La prima volta che ho il piacere di parlare con lei de visu.
- Quale è il problema?
- Io non ne ho. Sono venuto
a scambiare qualche...
- Solo per iscritto. Tutto
quello che vuole scambiare, non lo faccio a voce, ma per iscritto.
Lei mi lascia le domande ed io in tempi ragionevoli le rispondo,
sempre per iscritto.
Nel frattempo gli stati generali
sono stati chiamati nella stanza del Sindaco. Forse per elaborare
le risposte.
- Niente verbalmente.
Tutto quello che ho detto è stato travisato.
- Lei sa che questo diniego
è da copertina?
- Fa lo stesso. Arrivederla.
Ogni promessa, caro Sindaco,
è debito.
Come vede, le ho dedicato
una copertina, che esprime, graficamente, quello che lei ha fatto.
Ha negato un diritto. Ha negato, ai lettori, ai cittadini, il diritto
di sapere, il diritto di capire, il diritto all'informazione. Ed
è grave. Gravissimo. Specialmente per chi, come lei, ha scelto
di incarnare una carica, quella del primo c ittadino, che ha sopra
gli altri un dovere inderogabile: informare.
"Le mie parole sono
state e potrebbero essere travisate" lei ha affermato nello
schermirsi dalla mia insistenza. Ma come si permette? Per chi mi
ha confuso?
Lei ha una sola speranza
di giustificazione nei miei riguardi: il non aver mai letto Cogito
e i miei articoli. Casa che, per altro, non deporrebbe a suo favore
perchè costituirebbe fatto ancora più grave. Beh!
Tutto sommato ha perso un'occasione: quella di difendersi da accuse
gravi e dettagliate dall'opposizione cittadina di collusione col
malaffare, di spartizione di posti lavoro e di altro di cui abbiamo
sufficientemente trattato nei numeri precedenti. Non ha voluto farlo.
Liberissimo. Ha perso, inoltre, un'occasione ancora più preziosa:
quella di conoscermi. Di conoscere, prima che un direttore di giornale
e di tutto quello che faccio, cosa che le sarebbe forse pure torbato
utile, un cittadino, una persona. Ricchezza di cui dovrà
fare a meno. Credo anche per i prossimi tempi.
Eppure non è giusto,
nè corretto, che per conoscere la posizione del suo schieramento
politico in merito alle accuse di cui parlavo sopra, sono stato
costretto a chiamare l'on. Tuccillo che, ad onta del suo spessore,
del suo prestigio nell'ambito del centro-sinistra, resta un deputato
al Parlamento italiano eletto in questo collegio, manon il sindaco
di Afragola. E intanto resta un fatto.
Che lei sta nei fatti negando
la dimensione sociale e politica proprie del suo ruolo pubblico
nonchè della sua persona. Dimensioni correlative di un unico
fenomeno: l'uomo è socievole e per questo tende ad entrare
in rapporto con i suoi simili entra nella polis. Quando poi, nella
polis riveste una carica questa dimensioni ha il dovere di esprimerle
nella pienezza.
Come è sapiens,
volens, loquens, l'uomo è soprattutto e necessariamente
socialis. "E - Aristotile docet - l'uomo è essenzialmente
sociale e quindi politico. Quando queste dimensioni vengono meno,
due sono le possibili cause: o è superiore, o inferiore all'uomo.
Vale a dire o è un dio, o è una bestia" (ARISTOTILE,
politica, 1253 a 27-29) .
E un Sindaco che non parla,
è un sindaco che io, cittadino, non conosco, che non ho mai
conosciuto, un Sindaco che non riconosco come 'mio' sindaco. E'
un sindaco senza volto.
Dal 'Cogito' del 22-12-2002
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