La ragnatela di palazzo

AFRAGOLA - Cosa succede nel complesso panorama politico afragolese? Beh, niente di semplicissimo da descrivere.
In questi giorni s'era fatto un gran parlare del consiglio comunale 'aperto'. Ma che significa aperto? Semplice. Tutti, cittadini convenuti e rappresentanti istituzionali invitati, parlamentari, senatori, rappresentanti della Provincia e della Regione, sono autorizzati ad intervenire, ad iscriversi a parlare per esprimere la propria idea in merito.
Alcuni manifesti di una forza di opposizione apparsi di recente portavano la questione sul piano 'morale'. "Questione di moralità", si titolava negli stessi manifesti, alludendo a quanto è accaduto e sta accadendo in relazione alle concessioni edilizie; consiglio aperto, inoltre, come contraltare a quello 'a porte chiuse' che qualche tempo fa fece molto scalpore e costrinse il nostro giornale a dedicare una copertina all'evento in questione.
Sembrava che, almeno in apparenza, le forze di maggioranza avessero accolto di buon grado la proposta, tanto che si decideva, tra pareri favorevoli e riluttanze, di stabilire finanche una data: mercoledì 15 maggio.
Ma il consiglio si è tenuto per il rotto della cuffia.
Complice un accidente occorso al prof. Bassolino, deus ex machina dei ds afragolesi che ha addolorato un po' tutti, ma che siamo sicuri si risolverà presto e bene, la maggioranza, in una riunione interpartitica di martedì sera, non sentendosela di affrontare un evento così delicato, sguarnita forse di uno dei suoi uomini migliori, decide di rinviare. Qualcuno dice lunedì, qualcuno, in data da destinarsi.
Eppure qualche delicato naso della maggioranza di centro-sinistra ha addirittura sentito puzza di agguato, di forche caudine, di un ordito sapientemente tramato dal tessitore on. Nespoli, dove il tutto si sarebbe risolto in uno spettacolare ed efficace 'j'accuse', inflitto alla maggioranza consiliare ed all'amministrazione di centro sinistra.
Forse questo un altro elemento che ha concorso alla decisione, molto incerta e poi non concretizzata di martedì sera di rinviare.
In tutto questo non è ancora terminata la giostra del totoassessori. Dopo la decisione di passare da 6 a 8 e l'approvazione dello statuto modificato in Consiglio Comunale, si è scatenata la guerra delle spartizioni. Sembrava che l'universale consenso si fosse consolidato su due forze, alle quali offrire le due poltrone di assessori: Rifondazione Comunista e i Democratici dell'asinello, ma forse nei conteggi, nessuno aveva considerato l'oste. In questo caso i socialisti. Dopo le dimissioni dell'assessore La Porta e la sua sostituzione con Domenico Casillo, gli animi non erano completamente paghi. Un altro assessore! Altrimenti… E allora, c'è chi dice che saranno comunque accontentati con le dimissioni dell'assessore Minighini e la sua sostituzione con uno di area socialista, chi invece non ne ravvisa la necessità in quanto non possono arrabbiarsi più di tanto perché da Napoli sono caduti come un macigno ordini precisi: "Sostenere Salzano fino in fondo".
Altro elemento da considerare come espressione dello scollamento che serpeggia in seno alla maggioranza è la difficoltà oggettiva della formazione della 'Margherita'. Sembra che le difficoltà in tal senso siano così grosse che della cosa se ne parla finanche con difficoltà.
Anche dall'opposizione c'è stato qualche segnale di incertezza. Forza Italia, che su 4 consiglieri sembra esprimere 6 linee politiche, ha accettato a stento la linea unica che sembra aver espresso l'opposizione di centro-destra. Sembra che siano stati Giustino e Baia quelli che hanno fatto più resistenza all'idea del 'consiglio comunale aperto', resistenza giustificata dall'evidente dissenso dei due rispetto alla linea politica di Nespoli.
Sembra, peraltro, che l’onorevole di centro destra non si accontenti di uno scioglimento del Consiglio per dimissioni. Per riaccreditare la coalizione che ora è all’opposizione e ricominciare alla grande, esisterebbe una strada più efficace, scenica: lo scioglimento dell’attuale Amministrazione per infiltrazioni mafiose.
Questo allora, sembrerebbe l’obiettivo del consiglio a porte aperte. Sollevare la questione, fare rumore perchè se ne parli.
Eppure sembra che le cose non siano andate per il meglio, secondo questa prospettiva.
Il consiglio aperto si è fatto. Ma la decisione presa all’ultimo momento ha lasciato fuori molti di quelli che, credo, sarebbero intervenuti e non ha offerto tempo sufficiente all’azione del centro destra di ordire l’agguato. L’incertezza sul suo svolgimento, allora, potrebbe essere stata la contromossa del centro-sinistra al piano del centro-destra?. Tra i convenuti, Tuccillo e Nespoli i relatori più eminenti. Molto pacati gli interventi che, sembra, abbiano smentito i toni al vetriolo paventati alla vigilia. L’on Nespoli ha argomentato con riferimenti abbastanza circostanziati, ammettendo che la questione delle ‘licenze facili’ non è prerogativa di questa amministrazione. Sia nel passato in questa Amministrazione, che in altri comuni, ben 15 nella Campania, Acerra compresa, i risvolti nefasti di questo costume che rasenta l’illecito producono i loro effetti. La crisi, diceva Nespoli, è soprattutto politica.
Altrettanto calmo e razionale l’intervento dell’on. Tuccillo, che rispondendo ad un’allusione fatta in precedenza, sfidava chiunque ad affermare di essere stato il responsabile della debacle dell’amministrazione di centro destra. Il Sindaco prendeva atto e testimoniava sulla difficoltà gestionale di un Ufficio Tecnico di un comune così difficile come quello di Afragola. “Eppure, affermava, le cose stanno migliorando e la strada verso la legalità la stiamo percorrendo”.
Clima alquanto sereno, dicevo, rispetto a quanto si temeva e la disponibilità al dialogo sembra sia emersa conto ogni previsione.
Le ragnatele e le trame di palazzo sono scongiurate?
Speriamo che la politica e la volontà di tutelare i diritti e la legalità, siano più forti degli orditi politici, che tanto assomigliano alle attività occulte di chi lavora solo per conservare il potere.
Le prospettive sono buone. L’incontro consiliare credo possa essere considerato come l’incipit di un dialogo incipiente che non può che far bene alla nostra città.


Dal 'Cogito' del 19-05-2002

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