Lettera aperta del direttore
Fare un giornale non è
cosa semplice. Nel nostro caso è un’impresa. Ogni giorno
si apre un nuovo scenario bellico e l’epica battaglia contro
le dementi forze dell’invidia, dell’ignoranza, della
bizantina burocrazia e di quant’altro continua a sfiancarci,
sembra non voler mai terminare. Al contrario, le file nemiche, sembrano
ingrossarsi giorno per giorno sempre di più.
Il sogno che noi del “Sud” abbiamo, fatica, e non poco,
a concretizzarsi. Scarsità di mezzi, stress da superlavoro
(per realizzare lo scorso numero, molti di noi - potete non crederci
- hanno lavorato per quattro giorni consecutivi, anche di notte),
politici e viri illustres che osteggiano in tutti i modi il nostro
progetto, forse perchè preoccupati di perdere l’onnipotenza
e l’onnipresenza socio-culturale (si consideri, ad esempio,
l’eccezionale scoperta archeologica riportata nel numero scorso
e del tutto ignorata. Miopia culturale o malafede?), eminenze politiche
e interessati imprenditori che più volte hanno tentato -
invano, ovviamente - di appropriassi della testata, ex tipografi
o già di lì, che si dilettano - questa volta puntualmente
- in telefonate anonime e in raccomandate con ricevuta di ritorno
contenenti baggianate, se non imbrogli.
Tutti sembrano coalizzati contro questo dirompente e pulito progetto
editoriale, tutti sembrano voler contribuire alla morte di un sogno.
Che vergogna!
Eppure non tutto è marcio. E non sto facendo un’operazione
di captatio benevolentiae.
Spesso, gruppi di persone o associazioni che sembrano piccole o
non eccessivamente importanti - forse perchè non hanno miliardi
da spendere in pubblicità o perchè non ricevano nessun
contributo o finanziamento di sorta - si rivelano delle realtà
di una grandezza d’animo profondissima e di un altissimo spessore
culturale e sapienzale. E’ il caso dell’A.D.C.A. (Associazione
Diffusione Cultura Afragolese), un’associazione che non poteva
avere nome più azzeccato. Per permettere al Sud di uscire
(siamo ancora in attesa di autorizzazione) ha addirittura rischiato
denunce, rimettendoci inoltre, soldi e tempo, dimostrando un mecenatismo
che - per essere sinceri - credevo di ritrovare anche in altre realtà
socio-culturali.
Eppure noi non ci arrendiamo né ci arrenderemo, mai.
Tutte queste difficoltà non possono, non devono, non hanno,
di fronte alla determinazione, alla volontà e alla forza
interiore che ci determina, la capacità di fermarci.
Sabato scorso abbiamo spopolato in tutta la provincia. Abbiamo venduto
tantissimo e ci sono arrivate centinaia di lettere di congratulazioni.
Non potremmo essere più felici. Gli sponsors rispondono bene,
in virtù dei bassi prezzi pubblicitari e della onnipresenza
del giornale sul mercato.
Sabato prossimo ci saremo, in tutte le edicole della provincia di
Napoli, più forti che mai. Il giornale uscirà in 12.000
copie, con ben 20 pagine, a sole £500. Oggi usciamo con questi
fogli a distribuzione gratuita in virtù di una grossa operazione
pubblicitaria.
Vi aspettiamo.
Comprare il Sud significa sperare nella speranza, credere in chi
crede per gli altri, dare una mano a chi vuole tenderla.
Noi del “Sud” abbiamo un sogno.
Aiutateci a viverlo.
Dal 'Sud' del 17-12-1995
|