Quanto mi costi consigliere!

Parte l'inchiesta di Cogito sui costi e sugli stipendi dei nostri politici. La macchina comunale di Afragola spende, solo per pagare gli amministratori, quasi 2 miliardi di vecchie lire all'anno.

Sembra che nessuno sia d’accordo. Eppure tutti, tranne uno o due consiglieri, hanno votato a favore. Il polverone, questa volta, si è alzato sulla identità di funzione, lo ‘stipendio’ fisso dei consiglieri comunali afragolesi, per capirci, che si aggira sul milione e seicento mila lire lorde, un milione e duecento ottantamila lire nette. Ed Afragola è l’unico comune dell’aria di insistenza di ‘Cogito’ (circa sette comuni vicini) ad aver deliberato in merito. Una scelta, infatti, esclude l’altra. O si va avanti col famoso ‘gettone di presenza’, intorno alle settantamilalire a seduta (Consiglio Comunale o riunione di Commissione) o con lo ‘stipendio’ fisso, che si attesta, secondo Legge, intorno al 25% dello stipendio del Sindaco.
La discussione è incominciata martedì di carnevale nel bar di mio cugino Enrico. Prima con Pasquale Valentino, poi con uno dei miei lettori più attenti, Aniello Corcione, altro mio cugino acquisito, poi con Brino, Brilla e via di seguito.
Tutti d’accordo nell’affermare che è un istituto consentito dalla Legge. Eppure molti i ‘distinguo’. Lo stesso Valentino affermava che lo scenario possibile relativo alle prossime elezioni poteva prefigurarsi come ‘apocalittico’; scambiare la Politica con un mestiere o un modo come un altro per sbarcare il lunario, rasenterebbe il dramma. Dramma che, peraltro, potrebbe addirittura trasformarsi in catastrofe laddove l’indennità potrebbe essere letta come strumento nelle mani dell’amministrazione per rabbonire anche l’opposizione e trasformarsi in ‘instrumentum regni’. Questa, in sostanza, la tuonante analisi fatta anche dell’on. Nespoli, intervistato da Cogito nelle pagine seguenti.
Cuccurese totalmente contrario; Luigi Bassolino, che peraltro ha rifiutato lo ‘stipendio’ scegliendo di percepire solo il gettone di presenza, e l’onorevole Nespoli il ‘partito’ del ‘no’.
Gli altri, pur con diverse sfumature, il partito dei ‘si’. Diverse sfumature, dicevo, emerse peraltro lo stesso martedì scorso durante una riunione dei capigruppo politici al comune di Afragola, presente anche il sindaco, che lamentavano, forse anche in relazione alla scomparsa del ‘gettore’, un incipiente assenteismo nelle riunioni di commissioni e consiglio comunale.
Molte le proposte fatte in quella sede, tra le quali quella di Camillo Manna che ipotizzava di prevedere una quota come ‘fisso mensile’ e il resto legarlo alle presenze effettive. Ma anche qui qualcuno paventava la eventuale corsa forsennata, a qualsiasi costo, che potrebbe scatenarsi per firmare la presenza. Presenza – come affermava Luigi Bassolino – che non necessariamente è da legare alla capacità produttiva, tanto che lo stesso ha ipotizzato un sistema per quantificare il lavoro prodotto; sistema un po’ complesso in verità, in quanto rischierebbe di generare ulteriori problemi: con che criterio e in merito a quali parametri ‘misurare’ la capacità ‘produttiva’ del lavoro svolto?
Resta certamente un fatto, denunciato da Nespoli e da qualcun altro: la macchina comunale di Afragola, spende quasi due miliardi di lire l’anno solo per gli ‘stipendi’ dei ‘politici’: indennità di funzione, stipendi a sindaco, assessori, presidente del consiglio, consulenti esterni, indennità agli enti e datori di lavoro, ecc.
E consentitemi di dire, cari amici politici e amministratori, che non sono bruscolini. Necessari, certo; ma non si tratta di pochi spiccioli. Sono quasi due miliardi di vecchie lire all’anno.
E allora l’indennità di funzione, a questo punto, potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. I soldi che voi legittimamente percepite – sia chiaro, non metto in discussione l’istituto giuridico in sé, che, forse, è addirittura necessario per le spese obiettive che sostenete per il ruolo che siete stati chiamati a svolgere – ve li do anche io. Sul mio stipendio, un bel gruzzoletto ve lo prendete con un’addizionale e, per fare solo qualche esempio, ogni sera, una busta di immondizia buttata nel cassonetto mi costa circa un Euro.
Ho a questo punto il diritto, come cittadino, di ‘pretendere’ che il vostro lavoro sia efficiente ed efficace e che il degrado sommo nel quale versa la strada nella quale abito – parlo di via M.R.Imbriani – è la ‘prova del nove’ della inefficacia del lavoro che voi svolgete?
Voi potreste rispondermi: “Beh, ma i soldi che tu guadagni come docente-sindacalista non sono forse io in qualche modo a darteli in quanto pago anche io le tasse? O i soldi che guadagna un medico-chirurgo che opera in ospedale, non siamo anche noi in qualche modo a pagarli?
Io potrei rispondervi che se il chirurgo risultasse “qualitativamente inefficace”, che tradotto in afragolese potrebbe significare “facesse morire qualcuno in quanto non ha fatto fino in fondo il suo dovere”, non rischierebbe la galera? E allora? Non intervenire per sanare lo stato turpe in cui versa via M. R. Imbriani, paradigma di quanto c’è da fare e non viene fatto, non è deontologicamente equivalente a far morir qualcuno ‘da’ chirurgo?
Certo, l’inefficacia di cui qui si parla – potrebbe argomentare qualcuno – differisce per gradum et essentiam.
La riflessione è pleonastica. Quasi tautologica.
Resta però il fatto che adesso, dopo l’istituzione dell’indennità di funzione, io, cittadino di Afragola, ho un argomento in più per alzare la voce e per rivendicare ciò di cui ho diritto. Si. Ho più argomenti. Me li avete offerti sul vassoio d’argento dell’indennità di funzione. Su questo, forse, c’è da riflettere.


Dal 'Cogito' del 09-03-2003

 

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