Una riforma sconosciuta
Parte la riforma della scuola.
Gli operatori del comparto in agitazione. Denunciano la scarsa informazione
in merito alla “rivoluzione” che cambierà radicalmente
le nostre scuole. Opinioni a confronto.
La riforma della scuola,
giuridicamente concretizzatazi nella Legge “quadro”
53 del 2003, con i relativi decreti legislativi in parte già
emanati dal governo, è ormai realtà.
E’ la prima riforma della scuola organica e sistemica dopo
quella “Gentile” del 1923 e non è assolutamente
semplice, in poche righe, tentare di affrontare l’argomento
in maniera scientifica e sistematica, anche perché, in barba
alla urgenza della sua entrata in vigore (il primo settembre 2004
parte la scuola elementare oggi primaria e la scuola media, oggi
secondaria inferiore), è una riforma complessa, articolata
ed ancora in fieri.
Sta di fatto che tante sono le cose che cambieranno della scuola
che conosciamo, incominciando dall’architettura del sistema
scolastico (vedi lo schema in figura sotto).
Un sistema che oltre a prevedere la possibilità dell’ingresso
a scuola con l’anticipo di sei mesi (iscrizioni anticipate
alla scuola dell’infanzia e a quella primaria), si articola
in quattro tappe: scuola dell’infanzia; ciclo primario (comprendente
la elementare e la media); ciclo secondario (che si biforca nel
sistema degli 8 licei che dà l’accesso all’università
e in quello della formazione professionale a gestione regionale,
che offre diversi gradi di “qualifica professionale”
per l’accesso al mondo del lavoro). Il quarto segmento è
la formazione universitaria, 3 anni + 2 per la laurea specialistica.
Eppure almeno due i nodi problematici che immediatamente fanno capolino.
In prima istanza una scarsissima informazione degli operatori della
scuola e in particolare dei docenti, attori co-protagonisti del
processo educativo ed elementi strategici della concreta realizzazione
della riforma stessa. In merito i docenti denunciano la mancata
realizzazione del piano nazionale di aggiornamento e formazione
previsto dalle “Linee Guida”.
In secondo luogo una sensazione che pervade un po’ tutti gli
operatori della scuola, soprattutto quelli che lavorano nelle scuole
delle nostre città e del sud Italia in particolare: “Questa
– si dice negli ambienti scolastici - è una riforma
che puzza di utopia”. Come si possono mai realizzare, solo
per portare un esempio, piani personalizzati di studio con classi
di trenta alunni?
Nei box che seguono sono indicati diversi elementi di novità
del disegno della nuova scuola. Si tratta comunque di elementi che,
presi isolatamente, non rendono giustizia ad un disegno che, condannato
o condiviso, fa della coesione e della organicità il suo
leit-motiv.
Sul sito www.tgnews24.it uno speciale con diversi approfondimenti,
molti materiali e studi sulla riforma (ad es. come si compila il
portfolio, una scheda che chiarisce il nuovo orario della scuola
media) e numerosi esempi sulla concreta trasformazione della scuola.
Da 'Asse Mediano' del 15-02-2004
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