La faglia di S. Antonio
Pericolose scosse politiche, movimenti
tellurici interni alla maggioranza, fratturazione tettonica dell'opposizione:
il quadro della vita politica afragolese
AFRAGOLA
- La geografia politica dell'Amministrazione afragolese sembra soggetta
a mutazioni geo-morfologiche continue, quasi si trovasse su una
zona del pianeta instabile, su una faglia, punto di incontro di
due placche o zolle tettoniche che, a causa dei continui attriti,
spesso generano violenti terremoti. E quello che in questi giorni
sta avvenendo può, per analogia, essere paragonato all'ennesimo
terremoto, anche se il nostro sismografo non ha registrato eventi
tellurici di portata epocale.
La prima frattura della faglia sembra sia avvenuta quando l'assessore
ai lavori pubblici Angelo Lo Passo, tecnico indicato dallo Sdi,
accusa un sovraccarico di lavoro in un settore complesso e difficile
da gestire e si dimette.
La conseguenza immediata è l'ira del consigliere Grillo che,
da capogruppo dello Sdi e mentore (Carlo docet) dello stesso Lo
Passo 'passa' (non è un bisticcio di parole) nella Lista
Petrellese. E mentre Rifondazione, che ha ottenuto circa 600 voti
di lista all'ultima tornata elettorale (neanche il quoziente per
un consigliere), grida e contesta Salzano, forse perché rivendica
un assessorato, lo stesso assessorato, vacante, viene assegnato
a Domenico Casillo, consigliere dello Sdi, cosa che permette a Ferdinando
Russo, primo non eletto della stessa lista, di entrare nel consesso
del Consiglio Comunale.
Le trattative fervono e il malumore sale nella maggioranza. Oggetto
del livore dei vari schieramenti è l'agognato assessorato,
tanto che si decide, finalmente, di approvare uno Statuto comunale
che, considerata la popolosità e la complessità gestionale
di una città, quale è ormai Afragola, che supera di
gran lunga i 65.000 abitanti, di passare da 6 a 10 assessori, per
'accontentare' oltremodo chi era rimasto con l'amaro in bocca.
In una prima fase di ampliamento della Giunta si aggiungerebbero
altri 2 assessori ai 6 già esistenti e successivamente si
passerebbe da 8 a 10.
E già la giostra dei nomi passa di bocca in bocca. Incontri,
febbrili trattative, litigi e strategie di spartizione del potere
occupano un posto non secondario nel panorama politico-amministrativo
afragolese.
I primi 2 assessorati dei nuovi 4, molto probabilmente, saranno
attribuiti all'area dei 'Democratici' di Petrellese che così
da partito che appoggia l'amministrazione ad extra, passerebbe a
pieno titolo nella maggioranza con evidente beneficio relativo alla
sua stabilità.
Il primo dei successivi due assessorati, in seguito, andrebbe al
Ppi, cosa che permetterebbe ad Enrico De Rosa, primo non eletto
dei Popolari, di accedere al Consiglio Comunale. Nel frattempo nello
stesso ppi sembra si sia scatenata una guerra intestina tutt'altro
che di ispirazione sturziana. Il duello, per quello che si sa, si
sta consumando tra il consigliere Concas che rivendica la forza
dei suoi 500 voti e il consigliere De Luca, entrambi candidati all'assessorato.
Il decimo 'posto' da assessore si potrebbe decidere di assegnarlo
a Rifondazione così, afferma qualcuno, almeno la smette di
fare baccano.
E mentre si scrivono le ultime pagine del 'De bello amministrativo'
insorge un'altra questione che sembra rendere la delicata geografia
ancora più instabile, così che la tensione della 'faglia'
si accumula sempre più: il 4 dicembre scorso - afferma un
consigliere che preferisce l'anonimato - con un blitz vengono nominati
i tre membri del nuovo Collegio dei Revisori dei Conti. Presidente
il dott. Angelo De Paola, il dott. Gennaro Valentino e Capone Domenico.
Sembra che sia quest'ultimo nome ad aver provocato un altro sisma
di magnitudo abbastanza elevata in quanto ha scalzato altri nomi
eccellenti candidati dell'area di centro, tanto che il nome dell'assessore
alle finanze, Minichini, sembra si pronunci con insistenza come
prossima defezione per permettere ad un politico (l'assessore in
questione è un tecnico voluto fortemente dal sindaco) di
ripristinare, entrando al suo posto, un equilibrio compromesso.
Ultima scossa premonitrice: la questione "Piazzale S.Antonio".
Ebbene si, perché non si chiamerà più in questo
modo. Lo spiazzo antistante la celebre basilica del santo afragolese
è stato deciso, in sede di Consiglio Comunale che venisse
dedicato e chiamato "Piazzale Moccia" contro il volere
di una fronda consiliare che preferiva che il piazzale continuasse
a chiamarsi S.Antonio e al celebre afragolese venisse invece dedicata
la villa comunale. All'atto della votazione un buon numero di consiglieri
della maggioranza ha abbandonato l'aula per protesta. Episodio,
quest'ultimo, che non è riducibile ad una semplice differenza
di posizioni tra un'anima più marcatamente cattolica e tradizionalista
della maggioranza e un'altra più progressista e meno legata
alla tradizione nostrana. L'episodio sembra il fenomeno evidente
una frattura latente, che peraltro è appannaggio anche dell'opposizione,
che al momento risulta essere completamente fratturata e poco incisiva.
Siamo su una faglia, insomma, che sta accumulando tensione tellurica,
che potrebbe scaricare la sua violenza sismica da un momento all'altro.
E noi cittadini? Beh, dobbiamo rassegnarci. Aspettiamo e speriamo
che i nostri amministratori dedichino un po' di tempo in meno alle
lotte intestine e spendano un po' di più del loro impegno
per risolvere i problemi concreti, tremendamente concreti di Afragola.
E nel frattempo facciamo finta che Afragola sia come San Francisco
e noi rassegnati a vivere sulla 'faglia di S.Antonio.
Da 'Cogito' del 17-02-2002
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