Nostra intervista a Vittorio
Mazzone
Si aspettava il risultato
elettorale di Domenica scorsa?
In realtà le forze in campo erano
già delineate. Diciamo che le liste che sostenevano candidati
potevano orientare verso un risultato di questo tipo. La situazione,
comunque, è molto complessa. Forse ci si aspettava qualche
voto in più per Paolo Moccia.
La sua potrebbe essere definita in vittoria.
Nel senso che da onta dei 1387 voti di lista, ben 1795 elettori
hanno votato per lei: Come spiega questo divario? Come spiega, insomma,
che 408 elettori, pur non votando Rifondazione Comunista, hanno
votato lei come candidato alla carica di sindaco?.
I cittadini hanno valutato e interpretato
bene la legge. Forse hanno reputato la mia candidatura più
idonea; forse ha contribuito il fatto - cerco di interpretare i
408 voti in questione - che avrei potuto garantire anche i cittadini
che non si sono situati ideologicamente nella lista che ha espresso
la mia candidatura.
Per quel che riguarda la provenienza dei voti in questione, credo
che sia la più disparata. Potremmo definire questa personale
affermazione - se così si può dire - un voto trasversale
di stima.
Dal’alto di questo risultato, come
giudica gli afragolesi?
Ho sempre il massimo rispetto per il modo
di pensare delle persone. Rispetto il voto espresso Domenica scorsa
e ne prendo atto, considerando quest’ultimo come la sovrana
volontà dei miei concittadini.
Chi appoggerà nel ballottaggio, Moccia
o Caccavale?
Certamente Caccavale. Moccia è fuori
luogo. Potrei anche ritenere la sua domanda una provocazione. Il
nostro è un appoggio ufficiale al candidato sindaco di centrosinistra.
Coloro che mi hanno votato hanno un solo obiettivo: battere la destra
e creare le condizioni per battere la destra.
Ipotizziamo che Antonio Salzano appoggiasse
Caccavale. Come si concilierebbe ideologicamente una simile convivenza?
Se Salzano appoggiasse ufficialmente Caccavale,
ci sarebbero due cose da chiarire: primo, che non ci sia il mercato
delle vacche, nel senso di una spartizione di cariche secondo la
logica del “tutti sono buoni se portano voti”; secondo,
mettersi d’accordo sul cosa fare.
Parla di una alleanza programmatica?
Certo. Magari in un dibattito, anche pubblico;
in piazza per esempio. Vagliare il programma, da parte di tutte
le forze in campo e eventualmente emendare alcuni punti. Perchè
scandalizzarsi dell’appoggio di Salzano? Ben venga, se il
tutto contribuisce al rinnovamento di Afragola.
Che cosa ha da dire ai suoi elettori?
Vorrei ringraziarli e rassicurarli sulla
determinazione che mantengono nel continuare la mia battaglia politica
per il rinnovamento e il miglioramento della nostra città.
Da 'Afragola Oggi' del 01-05-1995
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