Sulla Giunta si alza la bufera
Due, a mio avviso, i nodi
problematici che in questi giorni hanno funestato la Casa Comunale
di Afragola; causa di enorme disagio e di impasse politico della
Amministrazione. Il primo nodo problematico è da ricercarsi
in una interpretazione dualistica, sfociante quasi in un manicheismo
ermeneutico, relativa alla interpretazione della Legge 142, legge
di riforma degli enti locali, che recita più o meno così:
“Il Sindaco nomina la giunta”. Corollario di questo
dettato legislativo è spesso una fattuale quanto sconveniente
frammentazione governativa: da una parte il Sindaco con la sua Giunta
che avoca a se il diritto e di nominare gli assessori e di gestire
in modo autoritaristico e autonomistico la macchina comunale. Accusato
da numerosi consiglieri di minoranza e di maggioranza di incapacità
di mediare tra le parti, dunque, il dott. Caccavale ingenererebbe,
con il suo atteggiamento poco rispettoso nei confronti del Consiglio
Comunale, malessere e malcontento. Da una parte Caccavale, dunque,
decisionista e sicuro di se, che agisce, anche laddove non fosse
assolutamente indispensabile quantunque “consigliabile”,
senza ascoltare nessuno. Dall’ altra il Consiglio Comunale,
con i suoi 17 consiglieri di maggioranza e i 12 di minoranza, indignato
e spesso sgomento nei confronti del Sindaco “non ho bisogno
di consiglio”. Sembra la rivisitazione - molto molto rivisitata
- della disputa storica, interna alla Ecclesia Magna, tra i conciliaristi
episcopali e/o gallicani e i teorici anticonciliaristi di tendenza
papalista.
“Il primo cittadino - afferma Cuccurese - non è stato
eletto dai cittadini, ma dagli elettori di una composita coalizione
di partiti. Chi l’ha votato, lo ha fatto perchè era
il candidato sindaco espresso dal PDS, dai Popolari ecc., non perchè
si chiamasse Pasquale Caccavale”. Questa sembra l’opinione
comune, che esprime bene una frattura politico-amministrativa tutt’altro
che di poca rilevanza. Dualismo, dicevamo, tra un Sindaco che, nonostante
qualche trascorso politico, viene considerato un “tecnico”
e, insieme alla sua giunta, pur essa di analoga provenienza, accusato
di scarsa esperienza politica e di non sapersi muovere con destrezza
nei meandri e negli anfratti del complesso labirinto burocratico-amministrativo.
Da qui ad enunciare il secondo nodo problematico il passo è
breve. L’impaccio dell’Amministrazione e la sua lentezza
risolutiva sarebbe da attribuire alla “inesperienza di Sindaco
e Giunta”. Questa l’accusa che in questi giorni sembra
più frequente. Le voci sono molte, le accuse a Caccavale
innumerevoli; la soluzione, evocata da più parti: rimpasto
della Giunta e sostituzione degli assessori. Sembra che Caccavale
più di due assessori non voglia sostituire. Su qualche nome
(Moccia per esempio) nessuno sembra aver da ridire, in relazione
alla sua competenza e al suo impegno. Subito dopo, però,
inizia la confusione. All’interno della maggioranza non si
è d’accordo su niente. Si moltiplicano voci e riunioni.
Nel frattempo restano scoperte le presidenze di tutte le commissioni
e si discute (all’ultima riunione di maggioranza non si è
pervenuti a nessun accordo di sorta) su quali debbono essere i criteri
di attribuzione degli assessorati, Sindaco permettendo. Sembra che
la lotta, intestina alla maggioranza, per la spartizione dei posti
“vacanti” sia già iniziata. Eppure, su un punto
almeno, la maggioranza sembra compatta: o la Giunta cambia e agli
assessorati vanno i “politici” o “mozione di sfiducia”.
L’unico punto in discussione sembra il numero di assessori
da sostituire. Per il resto la storia... si ripete.
Da 'Afragola Oggi'
del 17-09-1995
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