Afragola rinnova la scuola
Entusiasmo ed attesa per il rinnovo
dei rappresentanti del distretto scolastico
Afragola
- “Fatica di crescere di programmare, di vivere, diffidenza
e paura nei confronti del mondo dai ritmi crudeli e intransigenti,
rifiuto dell’arroganza, dello strapotere politico, della burocrazia
ipocrita.
Musica, discoteca, televisione e palestra per evadere con la testa,
chiusi in una stanza assordati dal rumore di massima intrappolati
dal potere delle immagini, imprigionati dal mito della forza, del
corpo, dell’esteriorità. I giovani di oggi: una generazione
bombardata dall’ideologia consumista condizionata dall’ossessività
dell’immagine sessuale, disposta, o costretta, a rimuovere
il futuro nel nome di un presente vissuto come una dimensione temporale”.
Il testo è tratto da un articolo comparso sul quotidiano
“La Repubblica” di qualche anno fa, a firma di Alessandra
Longo. L’articolo voleva commentare un indagine “a fresco”
dell’Ispes, Istituto di studi economici e sociali e sintetizzava
i problemi in modo molto efficace.
“Quali sono le cose che nella vita hanno più valore?
I soldi, il potere, il sesso...e la Clio!” recita uno spot
televisivo di una casa automobilistica francese, che esprime in
modo mirabile quello che qualche anno addietro aveva scritto su
“La Repubblica” la Longo in un modo più dotto
ed articolato.
E’ più o meno quello che sta succedendo tra i nostri
studenti: “Vuoi essere qualcuno nella vita? Devi fare molti
soldi; devi essere potente essere qualcuno”. Più hai,
più sei. Se poi hai la Clio...
Non sembra che conti altro se non questo. Soldi, sesso, potere.
Questi valori che oggi pontificano e che orientano tutte le dimensioni
del sociale, scuola compresa. E allora chi studia solo per acquistare
sapienza è fesso. Chi si dedica all’altro incondizionatamente,
“perdendo” il proprio tempo è fesso. Chi legge
solo per il gusto di farlo perde tempo, quindi denaro; di conseguenza
è fesso.
Sarebbe inconcepibile uscire al di fuori di questo schema; anormale,
irrazionale. In questo quadro funereo, esiziale, dove la dignità
umana si esaurisce nella soddisfazione degli istinti del basso ventre
, in questa città in ginocchio che a grandi linee riflette
il funerale dell’uomo, oggi e domani si “celebra”
il rito triennale della votazione per il rinnovo del Consiglio Scolastico
Distrettuale.
“Si tratta di un organo di coordinamento territoriale per
le scuole del territorio di ogni ordine e grado - afferma il Prof.
Renato Rizzuto, presidente del distretto di Afragola sin dal 1979
- intermedio tra il Provveditorato e le scuole che ha come funzione
quella di elaborare in stretta collaborazione con gli Enti interessati,
un programma per l’anno scolastico successivo, che miri al
potenziamento delle attività culturali destinate agli alunni.
Si tratta di un organismo che ormai può fare ben poco - continua
Rizzuto – in quanto non ha poteri decisionali, ma consultivi.
Nonostante questo pesante handicap - insiste il Presidente uscente
- il 28° Distretto scolastico ha realizzato negli anni scorsi,
numerose iniziative, che segnano in positivo la sua storia”.
Certo, molto ci sarebbe da fare e molto andrebbe fatto per una scuola
che, come quella afragolese, è responsabile dell’alto
tasso di evasione scolastica (in relazione ai valori nazionali)
e dell’altissimo tasso di analfabetismo culturale. Eppure,
quest’anno, la campagna elettorale che ha caratterizzato le
elezione per il rinnovo del Consiglio Distrettuale, è stata
dura e “all’ultimo sangue”, come se fosse in gioco
la presidenza dell’Enimont.
Certo; la cosa potrebbe caratterizzarsi positivamente se si reggesse
come una reiterata coscienza civica e morale. Potrebbe essere la
spia e segno tangibile di un atteggiamento che, lungi dall’essere
tacciato di arrivismo e di corsa al gradino più alto nella
scalata al prestigio sociale, mira alla crescita, alla dedizione
incondizionata al mondo della scuola, al donare il proprio tempo,
il “prezioso” tempo che nella “religione”
capitalistica e la dimensione e lo spazio vitale del guadagno e
del consumo, perché la nostra città abbandoni il superficiale,
l’ovvio il “così fan tutti” e intraprenda
una ricerca seria e impegnata, su quanto valga veramente nella vita.
Dal 'Cogito' del 10-11-1996
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