Angela Cortese, Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Napoli

L'intervento dell'Assessore Angela Cortese in realplayer

 

Un grazie particolare a Tommaso Travaglino che mi ha invitata. Io vengo dal mondo della scuola e quando vado alla presentazione di un libro devo necessariamente leggerlo, sia per poterne parlare in modo superficiale sia in modo più approfondito. Quando si legge un libro tante volte si mette in moto una cosa che in genere si tende a frenare, cioè la fantasia. Questo libro mi ha appassionato molto, soprattutto dopo avere letto la recensione del Prof. Piccirilli e in molti punti condivido la sua analisi, soprattutto quando Simon in maniera quasi spasmodica ricerca la verità. E la vita di questo personaggio va avanti nel libro tra la quotidianità e la ricerca della verità. E noi leggiamo appunto le pagine di questa quotidianità e di questa lettura semplice, perché ricalca il nostro conformismo fatto di regole scritte e non, che includono l’uomo all’interno della società. La grande capacità di Tommaso Travaglino sta nel fatto che nel libro non c’è confine tra la lettura semplice delle pagine di questa quotidianità e quella più intensa di altre pagine. Non c’è confine dunque, è un passaggio dolce, anche se tremendamente sofferto. Si cerca solo di trovare un punto di incontro tra queste due fasi di lettura; un’altra cosa che devo dire come donna è che ho molto condiviso nella lettura e che appartiene in modo particolare alle donne, portatrici della cultura del limite, persone che hanno nei confronti della vita un rispetto molto più alto. Io quando leggo un libro, mi metto a sottolineare, scrivo un altro libro. C’è una pagina nella quale Tommaso fa una rievocazione, io me lo sono segnata, in un momento di grande sofferenza dove attraversa visioni oniriche ed arriva alla shoah. Noi abbiamo approfondito molto come Assessorato i temi della shoah proprio quest’anno il 27 Gennaio abbiamo dedicato la giornata della memoria alla shoah e alle donne, perché l’orrore sono convinta, non ha sesso. Quell’orrore nelle donne è una violenza maggiore, proprio in virtù della cultura del li mite, le donne della shoah portavano per mano i propri bambini verso le camere a gas e quando qualche kapò diceva loro in maniera molto veloce, di lasciare i bambini ai vecchi qualcuno lo faceva , qualcuno invece non capiva o non voleva capire e si dirigeva verso le camere a gas. Il libro di Travaglino è sicuramente un libro non semplice ma sicuramente pedagogico. Io ho colto due insegnamenti da questo libro: uno è la cultura del limite, l’altro è invece un segno più cristiano, perché molto spesso nei luoghi comuni e nelle frasi fatte si nascondono delle verità, ognuno ha la sua croce che si può portare avanti nella vita o contro la morte. Poi da laica ho rivisto la teoria di un filosofo che ha scritto la filosofia della tecnica, in base alla quale non basta affermare che i filosofi si sono limitati ad interpretare il mondo, perché il mondo cambia anche senza di noi. Noi non dobbiamo permettere che il mondo vada avanti senza di noi. E per spiegare ciò dobbiamo tornare indietro, alla cultura del limite.

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