Maria Di Pierri, Formatrice e presidente del Proged, ente ministeriale di formazione e aggiornamento

L'intervento della professoressa Maria Di Pierri in realplayer

 

E’ molto difficile prendere la parola dopo aver ascoltato relazioni di livello altissimo.
Cercherò di guardare all’uso didattico del libro: a cosa ci può servire questo libro in una classe? E perché e come? Per fare questo occorre sottolineare ciò che diceva un grandissimo studioso delle categorie del racconto, il famosissimo Genet, il quale afferma che l’opera non è altro che uno strumento ottico che l’autore offre al lettore per aiutarlo a leggerlo in se stesso.
Prima chiedevo al fotografo come si chiama quello strumento e lui diceva grandangolo.
L’autore ci ha offerto questo strumento ottico: un grandangolo, che ci permette di esplorare le periferie del nostro andare e del nostro animo. Il Mare Perduto diventa un utilissimo strumento di autoanalisi e di riflessione. Questo libro può essere una ricchezza didattica, perché come afferma un grande pedagogista americano Postmann, che consiglia e indica le finalità dell’educazione della scuola. Egli infatti afferma che la scuola deve avere una funzione termostatica, cioè deve riequilibrare le tendenze dell’esterno, se c’è povertà culturale all’esterno allora la scuola dovrà essere un supplemento di povertà, se c’è povertà relazionale all’esterno, la scuola deve essere supplemento di relazione.
Voglio appropriarmi di questo consiglio pedagogico, di questa filosofia di Postmann, per applicarla alla didattica e vorrei dire che anche oggi la didattica deve avere una funzione termostatica. Allora in un panorama dove non abbiamo più nei romanzi la ricchezza dei registri comunicativi, il tuo libro, che ha una ricchezza lessicale notevole, può costituire veramente una funzione termostatica di fronte al panorama letterario; e può aiutare i nostri alunni a uscire da quella povertà lessicale che oggi li contraddistingue.
Purtroppo il loro codice è costituito da pochissimi termini. Al di là dunque di ogni tecnicismo dare questo libro ai ragazzi può essere uno strumento per abituarli a traslocare emozioni, sentimenti, percorsi interiori.
Quando ritornerò in classe, sicuramente utilizzerò questo racconto e indicherò ai miei allievi i diversi livelli di lettura dell’opera in oggetto.
Si pensi alla ricchezza ed al livello di lettura tematico: quanti temi; non solo il tema del viaggio, ma anche degli ebrei, della shoà, temi di livello antropologico, la dolorosa condizione dell’uomo, il livello di lettura simbolico.
Farei soffermare gli alunni soprattutto sul livello dei significati nascosti, perché attraverso questo percorso la linguistica diventa strumento di formazione dell’uomo, perché la disciplina, anche nella scuola superiore, non è mai solamente trasmissione di uno statuto epistemologico, ma è sempre e deve restare strumento di formazione dell’essere umano e allora in questo far trovare i livelli di significati nascosti ognuno di loro si perderebbe in questo ‘mare’ per riscoprire la dimensione di creatura di fronte al creatore. Nel momento in cui mi perdo nel mare, raggiungo il mio limite e scopro la mia limitatezza: in quel momento ho conquistato l’infinito.
Il tuo messaggio, caro Tommaso è un messaggio di fede forte affinché ognuno di noi, in un modo unico e irripetibile, si ritrovi in questo mare dell’immenso abbraccio di Dio.

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